Un “record” accumuna Russell ad alcuni campionissimi. Il pilota della Mercedes come i più grandi della Formula 1
In F1, George Russell è arrivato in pianta stabile nel 2019 dopo aver conquistato il titolo di Formula 2 l’anno precedente e quello di GP3 nel 2017, dando da subito l’idea di poter fare la differenza come il suo connazionale Lewis Hamilton. Pur essendo entrato nella classe regina del Motorsport dalla porta secondaria della Williams, allora come oggi in difficoltà, l’inglese ha saputo mettersi in evidenza stuzzicando l’interesse della Mercedes.
Così, nel 2022, il team principal Toto Wolff lo ha promosso al fianco del campione di Stevenage. Russell ha stupito tutti per rapidità di apprendimento complice anche il trascorso da collaudatore per la scuderia. In realtà, a dispetto di tali abilità, per vederlo vincere è stato necessario aspettare lo scorso GP d’Austria, successo poi replicato domenica scorsa in Belgio quando, suo malgrado, è entrato in un club di campionissimi.
Per quale ragione? Una volta terminata la cerimonia del podio con annessi festeggiamenti al box, la Federazione Internazionale ha diffuso un comunicato senza appello nel quale si annunciava la squalifica di Russell per vettura sottopeso di 1,5 kg. Un provvedimento brutale e difficile da accettare, condiviso con tanti grandi della disciplina, che il team tedesco ha comunque cercato di mandare giù con eleganza ammettendo l’errore.
La storia della F1 è piena di episodi analoghi come il rocambolesco GP d’Inghilterra del 1976 che vide James Hunt vincitore e, dopo due mesi di discussioni, estromesso dalla classifica a favore del rivale per il titolo Niki Lauda. Sempre l’allora portacolori McLaren rischiò di vedersi negata la vittoria in Spagna per via di una monoposto giudicata troppo larga. La sanzione fu poi annullata poiché i tecnici di Woking riuscirono a provare che era stata colpa delle gomme espanse per il calore.
Qualche anno più tardi, nel 1982, saranno addirittura i primi due protagonisti del podio del GP del Brasile a subire la punizione. A beffare Nelson Piquet e Keke Rosberg fu il serbatoio d’acqua utile a raffreddare i freni, spesso utilizzato come zavorra e riempito ad arte per entrare nei limiti minimi di peso imposti. In quel frangente le due auto vennero trovate più leggere del previsto.
Era 2 kg sotto al consentito la McLaren di Alain Prost a San Marino nel 1985, mentre, nel 1989, in Giappone, ancora il francese sarà protagonista di un duello fratricida con Ayrton Senna, conclusosi con la squalifica del brasiliano. Infine per un pattino illegale collocato sul fondo macchina ha perso il successo guadagnato in pista a Spa Michael Schumacher, con la Benetton nel 1994.
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